PSICOTERAPIA BIOENERGETICA ON LINE – RIFLESSIONI. Freddy Torta, 31.7.20
Dai primi di marzo, in corrispondenza con il lockdown, ho iniziato un lavoro regolare on line con una ventina di miei clienti che hanno scelto di continuare la terapia in questa modalità, con colloqui di consulenza aziendale e con alcune persone come volontariato nell’ambito dell’iniziativa #Noicisiamo del Progetto di Sostegno Psicologico – SIAB - FIAP - Ministero della Salute.
Non è stata per me un’esperienza del tutto nuova in quanto avevo già da anni fatto colloqui da remoto nei casi in cui non era possibile un lavoro in presenza.
Le esperienze delle sedute on line mi hanno portato ad alcune riflessioni che intendo qui esporre.
IL SETTING ON LINE
-Quello del setting, cioè della postazione è stato un problema rilevante, fondamentalmente un problema di privacy rispetto ai conviventi e ai vicini: le percezioni passano in effetti attraverso questo filtro emozionale.
Si tratta di un filtro attraverso il quale è costretto il colloquio, che può indurre stati d’animo congiunturali e atteggiamenti che possono deviare il lavoro.
Ad esempio la presenza in una stanza adiacente di un consorte con cui si è avuta una discussione aggressiva può indurre comportamenti di compensazione in direzioni diverse, a seconda del ruolo avuto nello scontro precedente e del carattere personale, e ciò non solo per dimostrare qualcosa all’altro che potrebbe sentire, ma in primo luogo a se stessi.
Insomma quello spazio protetto che è il setting dello studio è perduto.
Quindi a mio parere è fondamentale che siano sempre esplicitate ed eventualmente “discusse” le condizioni del setting.
Una soluzione alternativa che ho proposto, quando necessaria, e da alcuni accettata, è stata quella di usare l’auto come spazio più protetto: essendo le città in quel momento abbastanza deserte, l’esposizione alla vista altrui non è stata sentita come un problema.
-Dal punto di vista della “liceità” ho sempre fornito un attestato di appuntamento, non strettamente necessario, ma comunque tranquillizzante.
“Attesto che X avrà con me un appuntamento Il giorno x alle ore x per un colloquio di psicoterapia che si svolgerà on line e in auto per motivi di privacy”.
Alcuni hanno scelto di fare colloqui all’aperto con whatsapp videochat o telefonata audio: anche a questi ho fornito un attestato “per un colloquio di psicoterapia di 60 minuti che si svolgerà on line e per motivi di privacy in spazi all’aperto.”
GLI STRUMENTI DI COMUNICAZIONE DA REMOTO
Una minoranza (il 25 per cento) dei miei clienti ha preferito usare come mezzo per comunicare da remoto il colloquio telefonico, ritenendolo “più intimo” o “più facile da gestire” (ad esempio in caso di colloqui camminando all’aperto).
Un altro 25 per cento ha optato per Skype o Zoom, mentre il 50 per cento ha preferito usare la videochat di Whatsapp con lo smartphone, ritenuto strumento più agile.
Ho riscontrato una significativa differenza tra l’uso dello smartphone e quello del tablet o del pc: