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Freddy Torta Freddy Torta
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Scritti

L'isola felice - viaggio alla ricerca dell'amore perduto. 2005

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Libri

 

 

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La ricerca del proprio amore. 2005

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Libri

 

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La regina di fiori - gioco con la morte. 2007

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Libri


 

DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE

L’isola felice…dove finiscono i sogni

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Scritti

L’isola felice…dove finiscono i sogni

Regia di Freddy Torta

 

con Freddy e CarlinaTorta

rappresentata il 12 dicembre 2012 a Terrasini (PA)  al Convegno “L’arcipelago delle emozioni”

 

Poesie sparse illustrate

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Poesie

 

 

 

I poeti

 

I poeti

sono

dappertutto

e fanno

bene

al cuore

 

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DIARIO SALTUARIO diviso per anni
Freddy Torta
 
   

nontiscordardime

diario saltuario

 

La notte dei sogni.1.10.24

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Diario saltuario - 2024

nottedeisogniimages2

quando c’era futuro

in abbondanza

la vita si buttava in una stanza

verso bellezze vane

e solide abitudini nostrane

 

adesso che il futuro è ormai passato

mi ritrovo avvitato nel presente

avvenente e  avvincente...

sono sceso dal tram dei desideri

continuo a piedi...

 

verso la notte

dei sogni…

Dubbi esistenziali. 12.8.23

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Diario saltuario - 2023

Ma tutto quel che pensi

poi lo senti?

Ma tutto quel che senti

poi lo pensi?

semplificàgite! *- 20.11.22

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Diario saltuario - 2022

                                                                                                                                                                        dipinto di Riccardo Orlando                                                                           

 

In fondo a questa grande cavalcata

che è stata la mia vita

(ancora non finita)

vedo terre bruciate

e nuvole dorate

costellazioni tutte illuminate

di un grande lievitare di bravate

mentre la casa sembra scivolare…

 

e da cocciuto vecchio mi rispecchio

nel mio poeta vate:

”umani che restate

e che volete rimanere umani…

semplificate!!

E poi…

semplificate…”

 

* semplificàgite! è evocativo di “penitenziàgite”, motto del movimento ereticale degli Apostolici fondato da Gherardo Segarelli alla fine del XIII secolo, fatto proprio dal discepolo fra Dolcino da Novara, che predicò per alcuni anni in Valsesia: i Dolciniani erano soliti pronunciare più volte tale formula, specie all'atto di stracciarsi le vesti nel momento della consacrazione, per proclamare la propria nullatenenza dinnanzi a Dio.

 

 

 

 

 

Poesia di casa mia. 22.10.21

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Diario saltuario - 2021

con gli occhi chiusi al sole dell’autunno

sento la lontananza delle foglie

distaccarsi dai rami,

lenta danza ondeggiante,

e la baldanza dei ricci rotolare

col ventre di castagna

dentro al frusciare dei tappeti secchi…

e uccelli dappertutto

con qualche eco umana…

 

e se non fosse lo stolido titinno dell’età

potrei ascoltare qualcosa più in là…

ma fatto sta…

 

e allora cerco altrove con l’immaginazione…

perle nascoste sotto a vecchi sassi

nel giardino d’infanzia…

 

lei che raccoglie foto e castagne

ed io parole…

parole come aiuole…

 

poesia di casa mia…

 

Natale radicale, 22.12.20

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Diario saltuario - 2020

Anima prigioniera

delle stelle

riuscirai a reincarnarti

nella voglia di esserci

e tornare di nuovo alla tua terra?

 

Immagine da un dipinto di Riccardo Orlando, in F.Torta  - L'isola felice

Il portale delle stelle, 15.2.19

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Diario saltuario - 2019


Dopo tutto il virtuale

ci toccherà il reale?

Sapremo ritornare

nella casa del corpo

coi nostri sensi pieni?

Chi lo intende ci pensi...

E magari si freni...

Nella culla del Nonnulla, 22.7.18

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Diario saltuario - 2018

Si fa presto a dire Estate

coi Fagioli appena nati

con le Zucche da guidare

le Insalate da sfoltire

e cimare i Pomodori

limitare i Cetrioli...

Tutto fuori Tutto fuori...

 

 

Con la voglia di tornare

a sognare Monti e Mari

a provare a ricordare

il Profumo delle Sere

incendiate dal Vulcano

e la Luna che compare

e declina piano piano...

 

 

Mi accontento del mio Orto

della Luce del mio Mac

dei miei Tocchi sull’IPhone

e che ancora non son morto

a concludere Corvé

di un Passato che non c’è

ma che mangia mangia mangia...

 

 

Per fortuna che c’è il Sole

e che fremono le Viole

come Foglie di Betulla

e il Gattino si trastulla

con Lucertole e Zanzare...

 

 

Per fortuna che talvolta

a me basta respirare

nella culla del Nonnulla...

 

 

 

Capo danno, 1.1.2017

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Diario saltuario - 2017

L'anno nuovo è un'occasione

per poter ricominciare

come sempre

a festeggiare

che il passato se n'è andato

e il futuro sarà meglio...

È il presente il grande assente

dentro ai riti spumeggianti

sotto i botti del momento

tra gli antichi ritornelli...

Sempre quelli... sempre quelli...

Capodanno!

Vanno a capo tanti umani

a crearsi nuovo danno.

Cosa fanno... cosa fanno...

Un augurio per chi vuole, 17.1.16

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Diario saltuario - 2016

 col cambiamento
del tempo
cambierai...
camaleonte
guardiano
dei tuoi sogni

per la tua strada
raccoglierai
dal raccolto degli altri...
eclettico mosaico
di te stesso..

e giorno e notte
tu navigherai
ad occhi aperti
e chiusi
seguendo
le tue stelle...
la mappa dentro
ed il percorso fuori

Sotto a chi tocca! 5.12.15

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Diario saltuario - 2015

  in questo firmamento

di informazioni a portata di dito

in cui col nostro indice possiamo

fare presente i nostri desideri

come chiedevamo le cose da bambini

ci viene da voler toccare il cielo

e avere tutto e in fretta...

e allora dai!

moltitudine umana,

sotto a chi tocca...

Il sito "archeologico" di "L'isola felice" e "La ricerca del proprio amore"

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Il sito "archeologico"

 Clicca sulla foto!

 

Il corpo in gioco. Freddy Torta, n.2 2012, Franco Angeli

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Articoli
con la collaborazione di Attilio Gardino, autore dei paragrafi 5, 6, 7 e 8 della sezione 2 Grounding, N. 2 2012, Franco Angeli
1 - IL CORPO GIOCATO
Il corpo giocato: un’espressione sibillina.
Riflette più cose.
Nell’attuale cultura occidentale il corpo è sempre più protagonista.
Con il ruolo più che altro di primattore gonfiato, di motore truccato.
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Le ali della farfalla. Freddy Torta, Grounding n.1 2011, Franco Angeli

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Articoli

Riflessioni su transfert e controtransfert sessuale

nel setting psicoterapeutico

 

La spiacevole occasione
 
All’inizio del dicembre scorso, molti di noi sono venuti a conoscenza del caso di un noto psicoterapeuta accusato di aver abusato sessualmente di una sua paziente.
Ho deciso di approfondire: mi sono messo a fare una ricerca su Google digitando "nome del collega-psicoterapeuta-abuso sessuale" e ho riscontrato che comparivano decine di pagine, non tutte "dedicate" alla notizia, ma nelle quali essa era presente, a volte con tanto di forum in cui si scriveva sull’ “argomento”, dando per scontati assunti inconsistenti sulla psicoterapia di matrice reichiana e comunque a mediazione corporea.
Possiamo restare a guardare? – mi sono detto – Qualcosa dovremo dire!
Ritengo quindi opportuno cogliere la spiacevole occasione, sia che i fatti vengano confermati, sia che ne segua uno sgonfiamento del caso, per una riflessione sulla “relazione sessuale” che normalmente si viene a creare nel setting psicoterapeutico.
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Psicoterapia bioenergetica on line. Alcune riflessioni metodologiche- pubblicato in L'EMPATIA APPESA AD UN FILO, Covid 2019 e lockdown 2020: la risposta dell'analisi bioenergetica a cura di P. Moselli, M.L. Manca, B. D'Amelio, M. Favaroni - Alpes Italia

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Articoli

Dai primi di marzo, in corrispondenza con il lockdown, ho iniziato un lavoro regolare on line con una ventina di miei clienti che hanno scelto di continuare la terapia in questa modalità, con colloqui di consulenza aziendale e con alcune persone come volontariato nell’ambito dell’iniziativa #Noicisiamo del Progetto di Sostegno Psicologico – SIAB - FIAP - Ministero della Salute.

Non è stata per me un’esperienza del tutto nuova in quanto avevo già da anni fatto colloqui da remoto nei casi in cui non era possibile un lavoro in presenza.

Le esperienze delle sedute on line mi hanno portato ad alcune riflessioni che intendo qui esporre.

 

IL SETTING ON LINE

-Quello del setting, cioè della postazione è stato un problema rilevante, fondamentalmente un problema di privacy rispetto ai conviventi e ai vicini: le percezioni passano in effetti attraverso questo filtro emozionale.

Si tratta di un filtro attraverso il quale è costretto il colloquio, che può indurre stati d’animo congiunturali e atteggiamenti che possono deviare il lavoro.

Ad esempio la presenza in una stanza adiacente di un consorte con cui si è avuta una discussione aggressiva può indurre comportamenti di compensazione in direzioni diverse, a seconda del ruolo avuto nello scontro precedente e del carattere personale, e ciò non solo per dimostrare qualcosa all’altro che potrebbe sentire, ma in primo luogo a se stessi.

Insomma quello spazio protetto che è il setting dello studio è perduto.

Quindi a mio parere è fondamentale che siano sempre esplicitate ed eventualmente “discusse” le condizioni del setting.

Una soluzione alternativa che ho proposto, quando necessaria, e da alcuni accettata, è stata quella di usare l’auto come spazio più protetto: essendo le città in quel momento abbastanza deserte, l’esposizione alla vista altrui non è stata sentita come un problema.

-Dal punto di vista della “liceità” ho sempre fornito un attestato di appuntamento, non strettamente necessario, ma comunque tranquillizzante.

      “Attesto che  X  avrà con me  un appuntamento Il  giorno  x alle ore  x   per un colloquio di psicoterapia che si svolgerà on line e in auto per motivi di privacy”.

Alcuni hanno scelto di fare colloqui all’aperto con whatsapp videochat o telefonata audio: anche a questi ho fornito un attestato “per un colloquio di psicoterapia di 60 minuti che si svolgerà on line e per motivi di privacy in spazi all’aperto.”

GLI STRUMENTI DI COMUNICAZIONE DA REMOTO

 Una minoranza (il 25 per cento) dei miei clienti ha preferito usare come mezzo per comunicare da remoto il colloquio telefonico, ritenendolo “più intimo” o “più facile da gestire” (ad esempio  in caso di colloqui camminando all’aperto).

Un altro 25 per cento ha optato per Skype o Zoom, mentre il 50 per cento ha preferito usare la videochat di Whatsapp con lo smartphone, ritenuto strumento più agile.

Ho riscontrato una significativa differenza tra l’uso dello smartphone e quello del tablet o del pc:

 -lo smartphone può sembrare lo strumento più agile in quanto consente il movimento, ad esempio il camminare, ma comporta una postura dedicata alla “selfie-inquadratura” e con il piccolo monitor il corpo ( la parte alta del corpo quando l’interlocutore é seduto) appare in formato così ridotto che non è agevole coglierne i segnali.

-Il monitor più grande consente una più facile lettura dei movimenti corporei del volto e delle spalle (chiedo ai miei clienti di posizionarsi in modo da ottenere un’inquadratura che comprenda le spalle).

Ho notato che in questo modo non vedo direttamente i movimenti della parte bassa del corpo, ma il primo piano del volto, delle braccia e delle spalle consegna un insieme di messaggi molto evidenti e significativi.

In particolare nei primi piani del volto si possono cogliere sottili espressioni della bocca e degli occhi.

Lavoro quindi molto in questo senso, mettendo in relazione i contenuti verbali e le espressioni della parte alta del corpo, valorizzando le espressioni emozionali inconsce.

 IL CORPO NEL COLLOQUIO ON LINE

 Durante i colloqui on line, nei casi in cui era attiva la funzione video, ho potuto notare che si riscontrano alcune evidenze.

Per quanto riguarda gli occhi s’incontrano alcune peculiarità.

Sul piano della relazione va evidenziato che non ci si può guardare negli occhi: vediamo l’altro che guarda il suo monitor con gli occhi che non guardano direttamente verso i nostri occhi.

L’unico modo per ottenere di potere vedere direttamente il suo sguardo è invitarlo a guardare la sua telecamera, ottenendo tuttavia di poter cogliere uno “sguardo perduto nel nulla” in quanto non starà vedendo noi ma solo un pallino verde.

Questa dissonanza risulta più forte quanto più è ampio il monitor, quindi è meno disturbante se si usa uno smartphone.

Credo che bisogna esplicitarla e tenerne conto perché può rifrangere un’impressione, anche inconscia, di scarso contatto, con tutte le possibili implicazioni proiettivo-emozionali: ho rilevato spesso un’inclinazione a un particolare “peregrinare” degli occhi, come se andassero in giro da soli a cercar qualcosa, non avendo il contatto diretto con gli occhi del terapeuta.

Sul piano energetico gli occhi sono impegnati in un costante lavoro di convergenza, tanto più severo quanto più piccolo è il monitor, che non va sottovalutato dal punto di vista dell’impegno psicofisico, anche se certamente è una situazione consueta per molti che lavorano quotidianamente col pc.

In questo caso però si ha l’aggravante di doverla sostenere continuativamente per circa un’ora in una situazione d’intensa comunicazione col terapeuta, che solitamente non richiede un impegno del genere, oltretutto dopo aver magari sostenuto varie ore di smartworking al computer.

Nella maggior parte dei casi, quindi, ho scelto di esplicitare la cosa e ho proposto esercizi di compensazione: una rotazione oculare, un escursus tra il fissare alternativamente il proprio dito tenuto vicino al naso e un punto lontano nella stanza, una “passeggiata” libera degli occhi che si possano posare ora qua ora là, dove vogliono.

Il tutto naturalmente con attenzione alle sensazioni e all’apertura del respiro.

Il lavoro corporeo da remoto è più in generale un problema che va affrontato con l’attenzione che è giusto dedicare alle esperienze nuove.

In qualche caso l’ho proposto, ma per ora ha avuto uno spazio limitato.

Probabilmente questo è anche dovuto alla straordinarietà e all’auspicata provvisorietà della situazione, per la quale in questa congiuntura c’è stato un gran bisogno di espressione verbale per elaborare la situazione inedita e alleviarne l’ansia. 

Credo comunque che il lavoro bioenergetico da remoto necessiterà del confronto e dell’elaborazione di molteplici esperienze. 

Si tratta in ogni caso di esperienze complesse e allo stesso tempo “ridotte”: si perdono la presenza corporea dell’altro e il contatto, che sono il pane quotidiano della bioenergetica.

Il monitor può offrirne solo una parte attraverso l’immagine, ma non riesce nemmeno a restituire un’immagine reale del corpo.

Ci fosse uno schermo “altezza uomo”, le cose andrebbero forse meglio: il piccolo schermo, anche se si tratta di un monitor di una grandezza importante, produce un effetto tele-visione che sottolinea la distanza realmente esistente e induce “un senso di parziale  lontananza”, l’opposto della presenza e del ”contatto” che si stabilisce nel lavoro bioenergetico in presenza.

Questa sensazione da tele-visione si produce in ogni caso nel colloquio on line e introduce una specie di filtro da immagine video, che siamo soliti incontrare quando guardiamo la televisione o il computer in streaming.

Sono rimasto colpito da quanto “l’immagine video” dei miei clienti si discosti dalla loro realtà fisica.

L’effetto tele-visione con il suo appiattimento “bidimensionale” può produrre anche un effetto “star”, frutto dell’interazione di movenze narcisistiche inconsapevoli e dell’eventuale proiezione dell’osservatore, con venature estetizzanti che possono inquinare le rilevanze espressive.

 L’appiattimento “bidimensionale” può produrre anche equivoci nella comunicazione: ad esempio in un lavoro di gruppo il sorriso di A rivolto a B può apparire come un sorriso rivolto a tutti.

Equivoci comunicativi si possono creare anche a causa della limitatezza del campo visivo condizionato dall’inquadratura: ad esempio può passare il mio gatto di fianco a me senza essere inquadrato ed io assumo un atteggiamento tenero e distratto, che può essere inconsapevolmente percepito ed equivocato.

L’IMPEGNO ENERGETICO DA REMOTO


Dal punto di vista energetico il colloquio on line risulta a mio parere particolarmente impegnativo per entrambi gli interlocutori a causa di diversi fattori:

-l’impegno degli occhi, fissati sul campo ristretto del monitor,

-la mancanza del nutrimento empatico del “contatto” in presenza, che ha un potere vivificante anche quando non c’è il contatto fisico in senso stretto,

-la limitazione del movimento dovuta alla limitatezza dello spazio agibile per restare inquadrati nel monitor, che penalizza le escursioni laterali e i cambi di posizione e di postura  (nel colloquio in presenza la possibilità è molto più ampia perché più aperto è il campo visivo dell’interlocutore)

- la difficoltà inconsapevole di stare in contatto con l’altro facendo leva soltanto su due dei cinque sensi, mentre gli altri sono ingaggiati in uno spazio separato e quindi scissi.

La scissione avviene comunque anche per l’udito impegnato su due fronti e lo stesso vale anche in parte per la vista, in special modo per quanto riguarda la periferia del campo visivo.

-lo stress per la gestione emozionale per l’eventuale esposizione di ambiti personali e/o familiari più o meno rilevante a seconda dei  casi.

OSSERVAZIONI E SPERIMENTAZIONI


Durante le mie esperienze di lavoro in colloqui da remoto, ho rilevato che mi veniva riportato l’emergere sempre più frequente di un “appesantimento” del lavoro on line.

Molte persone, sia nell’ambito dei miei clienti che in quello della consulenza aziendale, mi riferiscono di provare sempre più spesso sensazioni di noia lavorando da casa, pur in un quadro di elementi positivi.

In effetti il “diversivo-divertente” dell’uscire di casa attraverso i mille stimoli dell’ambiente, il contatto con gli umani in presenza e il corroborante impegno bioenergetico del movimento, viene permutato con la “facilità” on line, rendendo il lavoro stanziale meno smart e più “smort” (mi sia concesso il gioco di parole).

Qualcosa di analogo può avvenire relativamente al colloquio psicologico: ricordo con che colonna sonora emozionale intensa entravo nei miei “viaggi” verso lo studio dei mie psicoterapeuti: fossero a Napoli, a Roma o a qualche fermata di tram da casa mia a Milano…

Ho osservato inoltre che si possono manifestare problemi relativi alla qualità della connessione con interferenze nella comunicazione e anche con intromissione di elementi emozionali inerenti soprattutto l’area dell’insicurezza, dell’ansia, dell’aggressività.

I silenzi ad esempio diventano più critici per l’ansia di problemi di connessione.

Anche il dialogo ne risulta disturbato da ritardi e sovrapposizioni che danno un senso di disagio e di “difficoltà di comunicazione”.

In tutti questi casi si possono inserire elementi transferali e controtransferali peraltro utilizzabili.

È molto significativo quanto può accadere a causa della discronicità tra segnale audio e video e più in generale per la riduzione della comunicazione prossemica dovuta alla mancanza di presenza fisica. 

Il dialogo ne viene condizionato e “ridotto”: si può produrre un senso di incertezza e di minore incisività, che può indurre comportamenti compensatori.

Una mia cliente manager si è scoperta mettere in pratica comportamenti comunicativi più assertivi esortativi e tendenzialmente autoritari.

Dall’altra parte è possibile che si vengano a creare insicurezze e tendenze alla passività nel dialogo, quasi a non voler disturbare ulteriormente una comunicazione già disturbata.

Dal punto di vista del lavoro espressivo, ho provato l’introduzione dell’uso di una maschera neutra per poter dare l’opportunità al cliente di proiettare su di essa ed esprimere emozioni emergenti (tipo via! basta! non mi vedi! ecc.).

Naturalmente è un lavoro delicato, anche perché la maschera viene indossata dal terapeuta, condizione per poter vedere agevolmente il cliente.

Un lavoro che comunque ho visto dare input molto interessanti e che è stato per questo apprezzato.

Elaborare le esperienze e le osservazioni che saranno probabilmente sempre più ampie e disparate è un compito che ci appartiene.

Il colloquio terapeutico da remoto potrà integrare quello tradizionale come lo smartworking integrerà il lavoro in presenza.

In molti ritengono che indietro non si tornerà: si potrà andare avanti aggiungendo e coniugando.

Da remoto quindi non sarà (e non è già) una via di ripiego, ma una strada ampia e complementare, praticabile con prudenza e intelligenza dei nuovi processi.

Bibliografia

Lowen A. (1958). Physical dynamics of character structure (The language of the body). New York: Gruneand Stratton (trad.it.: Il linguaggio del corpo. Milano: Feltrinelli, 1978). 

Lowen A. (trad.it.: Gli occhi, specchio dell’anima, Pulsazione N 3 Milano: SugarCo, 1978).

Lowen A., Lowen L. (1977) The way to vibrant health. New York : Harper Colophon Books, Harper & Row (trad.it: Espansione e integrazione  del corpo in Bioenergetica. Roma Astrolabio Ubaldini  Editore, 1979).

Kurtz R., Prestera H.(1976) The body reveals.. New York: Harper & Row/Quicksilver Books (trad. it.: Il corpo rivela. Milano: SugarCo, 1976).

Perls F. S. (1969). Gestalt therapy verbatim. Lafayette: Real people press (trad.it.: La terapia gestaltica parola per parola”. Roma: Astrolabio, 1980).

Consiglio Nazionale Ordine Psicologi:

https://www.psy.it/allegati/documenti_utili/Raccomandazioni_CNOP_prestazioni_on_line.pdf

https://www.psy.it/wp-content/uploads/2015/04/Atti-Tipici_DEF_interno-LR.pdf

 

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