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C'era una volta un poeta che aveva perduto l'amore: un giorno decise di partire per andarlo a cercare.
Aveva nel bagaglio gli insegnamenti di un maestro che gli aveva mostrato la strada per ritrovare i sentimenti perduti.
Il suo viaggio lo portò in un paese arrampicato su un vulcano: Ginostra, sull'isola di Stromboli, un luogo straordinario del nostro mondo, dove s'incontrano le forze primitive dell'aria, dell'acqua, del fuoco e della terra.
Lì ritornò all'asilo della vita: ebbe come maestri la natura, gli animali e le persone.
Viaggiò per anni e, un passo dopo l'altro, con l'aiuto della meditazione e della vita, riprese contatto con le forze originarie del suo io e riuscì a ritrovare il proprio amore.

 

Dall'esperienza raccontata in questo libro ha preso vita “ LA RICERCA DEL PROPRIO AMORE ” , uno scritto ‘'collaterale'' che sviluppa in forma analitica e sistematica il tema, già qui presente, del rapporto tra amore e amor proprio.
I due libri sono autonomi ma collegati, uno integra l'altro e ne facilita la comprensione: per questo vi è in entrambi un segnalibro con un indice specifico, che consente un'immediata connessione tra i due lavori.

 

Alfredo Torta, Freddy è un soprannome che ha preso il posto del nome, è nato a Milano il 19 ottobre del 1946.
Membro dell' International Institute for Bioenergetic Analysis e docente della Società italiana di Analisi Bioenergetica, lavora come psicologo e psicoterapeuta a Milano e in Valsesia, una valle alle pendici del Monte Rosa, dove vive dal 1990.
Trascorre alcuni periodi dell'anno sull'isola di Stromboli, dove continua un suo lavoro di ricerca personale e di meditazione.

 

Riccardo Orlando è nato a Messina il 16 gennaio del 1950.
Il nonno materno, Gaetano Corsini, era un artista affermato nella prima metà del Novecento, allievo di Aristide Sartorio.
Ha compiuto i suoi studi artistici prima a Reggio Calabria ed in seguito a Torino.
Nel 75 si è trasferito a Roma dove ha aperto una bottega per la lavorazione del legno, altro suo grande interesse.
In quel periodo inizia a trascorrere le vacanze a Ginostra, luogo di cui si innamora e in cui decide di andare a vivere nel 1981.
Nel 1995 rientra a Messina, dove attualmente vive e lavora dedicandosi interamente alla pittura.

 

www.riccardoorlando.com


Passi scelti…

 


4

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ALLA RICERCA DELL'AMORE PERDUTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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C'era una volta un poeta

che non sapeva amare:

amava più che altro le immagini

che aveva in fondo al cuore,

seguiva le sirene dell'infanzia.

Si trovava ogni volta dentro a storie

che sembravano quasi architettate

da un destino burlone e finivano tutte

alla stessa maniera:

perdeva il proprio amore...

 

 

 

 

 

 

 

 


6

…finché un giorno decise di partire

alla ricerca dell'amore perduto…

 

 

presa di coscienza – il tempo di partire

 

 

Amavo una donna

e non sapevo amare.

 

Sognavo il mio sogno

bisogno antico,

specchiavo la mia storia.

Giocavo nei suoi occhi

l'inferno e il paradiso:

rincorrevo le lune dell'infanzia

e invidiosi trionfi covati in fondo al cuore.

 

Nella mia stanza,

tra le mie illusioni,

lei buttava i suoi sogni

di perdute dolcezze

e di lontani voli.

 

Poi l'ho vista partire.

 

Incontrò un vulcano in mezzo al mare

e il cuore della terra che tremava,

rivide la sua luna che piangeva

e di notte sui tetti le stelle fragili:

il suo sogno di bionde riverenze

si specchiò nei suoi occhi

a Ginostra.

E volava.

 

Poi l'ho vista tornare,

nel viso il colore del sole

e di storie d'amore,

e nel cuore

ho sentito l'antica paura:

amavo una donna

e non sapevo amare.

 

Era tempo per me

di partire

e imparare.

 


 

 


16

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA FAVOLA DI GINOSTRA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


17

A Ginostra il tempo si era perduto

ed il corpo, con la sua forza animale,

era servo e padrone della vita…

 

 

riappropriazione – l'io nudo

 

 

Abito nudo il sole

Lieve o rovente che sia

Frequentano gatti e cani la mia casa

Ruvidi a volte i nostri incontri

E' il gallo la mia sveglia

Di notte mi addormenta il mare

Odora già di me la mia stanza

 

 

 

 

…e con il corpo animale

imparò di nuovo a contemplare

il movimento del mondo naturale

senza troppi pensieri per la testa…

 

 

contemplazione – ragni

 

 

Danzano i ragni

nella mia stanza

agli angoli dei muri,

ed io li lascio stare

a farmi compagnia.

Cantano le cicale.

 

 

contemplazione – scarabei

 

 

Seduto nella stanza aperta al sole

mi viene a visitare

il nero scarabeo,

ed io lo lascio entrare.

 

 


 

 

 

 

 

 

 


22

 

…si riappropriava così di qualche cosa che aveva posseduto

nei primi anni della propria vita e che aveva perduto

chi sa dove e chi sa quando…

 

 

riappropriazione – la spensieratezza

 

 

Imparo adesso

il verso degli uccelli,

imparo le farfalle

e gli insetti sorpresi a far l'amore

appiccicati al sole

e contro i muri i gechi nella sera

che aspettano la preda

e le formiche delle favole antiche

a lavorare

e l'eterna cicala

che ne ripete il canto.

 

Forse bambino non avevo orecchi

e non aprivo gli occhi,

forse i pensieri

come mosche mi ronzavano attorno

e tornavano sempre nella mente

e mi portavan via.

 

E talvolta ancor oggi

mi invadono la stanza.

 

 

riappropriazione – i piccoli giochi

 

 

Io mi piglio il rumore che fa il secchio

cadendo dentro al pozzo

in faccia al mare

e i canti degli uccelli

nel tramonto

che mescola l'arancio col turchino,

mi piglio anche la luna quasi piena

che sale in mezzo al cielo azzurrochiaro

e i giochi tra gli stecchi dei miei gatti

ed anche la gallina

che ride e si fa chioccia.

E lascio a voi le vostre discussioni

educate e mondane,

le vostre cene e gli incontri nei bar,

vi lascio anche i colori

che attenti vi vestite

e i vostri giochi,

le vostre fantasie di proprietà.

Tengo per me il guardare e l'ascoltare,

piccoli giochi di noi ragazzini.

 


26

 

 

 

 

 

 

 

…e al futuro volle scrivere

il suo messaggio di libertà…

 

messaggio – ai giovani del futuro

 

Ti diranno di non guardare nel sole

che ti può accecare

e che guardare la luna rende lunatici,

che le stelle son troppe per poterle contare

e che l'amore è una favola bella

che non può durare.

Io ti dico di non ascoltare

chi non sa meditare nel sole

chi non sa respirare col mare.

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 


38

 

Dodici giovani lune si erano già riempite

sotto i suoi occhi e qualcosa era maturato in lui…

 

riappropriazione – il vento del cuore

 

Nell'aria

le parole della gente

vanno,

mentre la luna

indifferente

scende sul mare

piano.

Io mi mangio il cielo

con luna e stelle

e il mare

e li lascio parlare.

 

Vento caldo stasera,

che ti appiccica addosso il sudore

e tu penzoli

a caccia di tanti bicchier d'acqua

o t'attacchi ad un bar

a tracannare ghiaccio,

chi lo veste di whisky e chi di vodka,

io lo vesto d'arancia

e li lascio ubriacare:

mi ubriaco di stelle e di mare.

 

Vento caldo stasera ho nel cuore,

che mi fa venir voglia d'amare

e di fare l'amore.

 

 

 

…aveva voglia di correre il suo cuore,

in cerca della propria libertà…

 

 

riappropriazione – la leggerezza

 

 

E questa sera invece mi ubriaco,

me ne sbatto le palle in faccia al mondo

e corro in braccio al mare

che mi chiama

ed alle cose serie penso dopo.

 

 


39

 

…la vide, lei venne, lui vinse…

 

 

movimento – l'impresa vittoriosa

 

 

E contro la parete della chiesa *

giocavo a far l'amore col tuo corpo,

mi eccitava l'impresa

e i tuoi sospiri

e il respiro del mare.

Tu guardavi le stelle

ed io danzavo

sopra il tuo ventre

l'onda maliziosa dei miei pensieri,

che come delfini

facevan capriole di vittoria.

 

 

…e tra le stelle dell'universo

poté allora vedere in modo chiaro

che con la sua illusione di grandezza

poteva andare incontro a una vittoria,

non certo ritrovare il suo amore…

 

 

presa di coscienza – l'io gonfiato

 

Io

sono il Re

dell'Universo

e il mento

lo porto alto

Io

e gli occhi

senza paura.

 

 

 

* In quegli anni la chiesa di Ginostra era chiusa, nello spiazzo antistante che si affaccia al mare i giovani si incontravano la sera e le uniche luci erano quelle delle loro pile, della luna e delle stelle.

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


47

 

Da molto tempo ormai era partito: aveva vissuto momenti da favola,

come perle nel pozzo, ed altri tutti uguali e lenti, come l' acqua che scorre

tutti i giorni nel medesimo senso; aveva scelto un cammino non lineare

e il sentiero era sovente ben nascosto, doveva ritrovare il passaggio

segreto del piacere infantile elementare: era la caccia al tesoro dell' amore.

Ed ora, per poter avanzare, gli toccava tornare al punto di partenza.

 

 

movimento – il tempo di tornare

 

Milano,

cementona mia,

colabrodo di vita stagnata

come il traffico la sera

verso la solita minestra

di videosoporifera festa.

 

Vecchia mitteleuropona,

che ti accendi di notte

per chi non vuol dormire

di mille occasioni,

concentrato di tutto e di niente:

per i pochi ma buoni

il girar per locali

a guastarsi i coglioni,

per gli altri la pubblicultura

-cocktails di varia mistura-

occhieggianti barattoli

stipati nei supermercati.

 

Jannacciona mia, *

labirinto di cuori

di milioni di bocche

di milioni di orecchie

e di occhi

abituati a cercare

nella giungla di sguardi

uno spazio privato,

magari per sognare.

 

Grigiastrona mia,

sei dura da guardare,

è per questo che ho provato

a portare i miei occhi sul mare.

 

Ma oggi torno Milanona,

ti torno a trovare:

ti dovrò digerire

per poterti cagare.

 

*Riferimento a Enzo Jannacci, poeta cantautore, che cantò tra l'altro la Milano popolare degli anni del secondo dopoguerra.

 


 

 

 

 

 

 

 


48

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL RITORNO A MILANO

 

 

 

 

 

 

 

 

 


55

 

Intanto arrivò il vecchio inverno

con le sue lunghe notti…

 

 

osservazione interna - l'inverno nel cuore

 

 

Inverno m'assale

fuori e dentro

e i diciott'anni lontani

mi ricordo e l'estate

e i giochi dell'amore.

 

Un comignolo fuma

nella nebbia

in mezzo a mille antenne:

la televisione

ci addormenta il cuore.

 

 

…ed il poeta dall'alto della sua finestra meditava…

 

 

meditazione – dei tetti di Milano

 

 

Tetti,

vecchi tetti di Milano,

che mi state a guardare

con mille antenne,

alla finestra

del mio piccolo mondo...

 

...io mi ricordo

quando portavate

i nidi alle cicogne

ed alle lune bianche

appena nate...

 

...erano i tempi d'oro

delle favole.

 


56

 

…e meditando entrava nella solitudine del corpo…

 

 

presa di coscienza – il corpo senza amore

 

Amore

darei tutto

per trovarti:

le mie mani fredde

le mie braccia incerte

le mie spalle di cemento

 

le gambe dure e sottili

sui miei talloni stanchi

 

le mascelle serrate

con le mie orecchie mute

 

gli occhi che guardano dentro

tra i nodi della mente onnipotente

 

il petto che non sa respirare

col mio povero cuore

 

il ventre che non vuole sentire

con il mio pene:

 

darei tutto

per trovarti

amore.

 

 


57

 

…entrò così nel vuoto e imparò il tempo dell'attraversamento…

 

 

insegnamento – della depressione – l'attraversamento

 

 

E svegliarsi nel cuore del mattino

e volere restare ad occhi chiusi,

senza nemmeno più la voglia di dormire,

senza qualcosa da volere fare:

 

mille cose da fare

che aspettano sempre un domani

e anche oggi dovranno aspettare:

 

due tazze di caffè per cominciare

ad entrare nel vuoto

della giornata

e tanta, tanta voglia di sognare....

 

E intanto attraversare.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 


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GINOSTRA MADRE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


66

 

 

Il viaggio aveva ormai preso la sua onda,

era passato dentro a più di una tempesta,

aveva visto morire molti pensieri amici e qualche sogno

e le esperienze nuove pesavano più delle vecchie paure.

Il poeta era pronto per riaprire gli occhi ai mille insegnamenti

che lo aspettavano in ogni angolo del mondo,

per bocca o per esempio dei più svariati tipi di maestri

che popolano sempre le strade della vita

e che aveva già visto e conosciuto con gli occhi dell'infanzia.

Per ogni nuovo passo da imparare era sempre presente,

nel vento della vita, il nuovo insegnamento:

lo doveva soltanto riconoscere, raccogliere ed aprirgli la porta.

Molto di quello che poteva imparare stava già scritto dentro di lui:

glielo avrebbero potuto raccontare la voce del vento e l'onda del mare,

la luce della luna e i colori del sole,

gli occhi immacolati di qualsiasi animale,

la terra nuda che si vestiva di nuovo ogni stagione.

Ma per lui che viaggiava nel mondo degli umani era più agevole

raccogliere i messaggi da parole e da gesti che più gli assomigliavano…

 

 

 

 

 

 


67

 

 

 

 

…si ritrovò così in mezzo al mare con tutto il suo bagaglio

e quando vide terra aprì gli occhi ad un nuovo insegnamento…

 

 

insegnamento – di Tonino – fare la vita

 

 

Dio com'è bella!

Più mi volto a guardarla

e più mi sembra bella.

Giovani datevi da fare

perché la vita è un lampo. *

 

 

 

 

 

 

 

 

* Tonino Criscillo, a me e ad altri sulla sua barca, mentre mi regalava il passaggio.

 


68

 

 

…ma il nuovo seme poteva germogliare solamente

nella giusta stagione: prima di fare pienamente la vita

il poeta aveva bisogno di attraversare tutti i suoi sogni…

 

 

osservazione interna – il sogno di volare

 

 

Il paese alle spalle: la mia colonna vertebrale.

Il sole che tramonta tra gli ulivi e le nuvole.

I miei occhi in piedi a cercare qua e là

mentre di ramo in ramo è la mia voglia di volare.

Sì io sogno: mi sono addormentato in mezzo al mare.

 

 

 

…solo riprendendosi la forza dei sogni, che era la forza originaria

dei sentimenti, il poeta poteva essere pienamente se stesso…

 

 

riappropriazione – l'io poeta

 

 

Dondola il cuore

poeta

sul mare

del mondo

e chiude gli occhi:

pressappoco

ritaglia un sogno.

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 


69

 

 

 

 

 

Doveva ritornare al castello incantato dei suoi sogni,

dove si rinchiudeva da bambino

quando il suo cuore era pieno di ferite

a immaginare differenti realtà, ad inventare storie a lieto fine:

voleva dire ritornare nella parte più tenera del cuore,

era come abbracciare vecchi amici di antiche sofferenze.

Doveva fermarsi in mezzo ai propri sogni il tempo necessario

per guardarli negli occhi e ringraziarli e infine salutarli:

l'amore che cercava non era certo un sogno.

Ma non sarebbe stato un tempo di poco conto,

avrebbe contato piu' giorni di quanti credeva fossero necessari:

era tutto il peso del passato in cui aveva sofferto

e in cui aveva sognato...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


91

…aspettò la luna nuova e meditò

con una forza sconosciuta…

 

 

meditazione – della luna nuova

 

  o luna nuova
  che ritorni leggera
  e misteriosa
  e porti cose nuove
  e cose antiche,
  cosa mi porti ancora?
  mi porti barche luccicanti in mare
  insieme a sogni di bambini antichi:
  fantasie di partire a cercar mondi,
  isole piu felici,
  mi porti amori fatti di speranze
  e di gioie proibite
 
tra i fichidindia dell'adolescenza
 
e i capperi fioriti
 
e folle di pensieri e d'illusioni
 
impigliate tra i ceppi di ginestre
 
di uomini e di donne ormai passati
  sui sentieri del tempo ,
  mi porti la tristezza dei tramonti
  e dei canneti al vento
  perduti in fondo agli occhi
  dei vecchi ormai lontani
  mi porti con la falce i tuoi silenzi
  sospesi in mezzo al cielo
  e il sonno misterioso
  di ogni cosa.

 


 

 

 

 


97

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL RITORNO ALL'AMORE REALE

 

 

 

 

 

 

 

 

 


102

 

…nella meditazione ripetuta raccolse le forze…

 

 

meditazione – della pioggia acida

 

 

Vivo rinchiuso

come un topo

nel guscio grigio

della città

tra occhi fissi

e gesti trattenuti

nella rete d'aria

viziata.

 

Batte la pioggia

acida

sul mio balcone

e disegna un rumore

ripetuto

che ingombra

i miei pensieri

astratti e disturbati.

 

Nella scatola dura

della città

raccogliere le forze

ed andar via.

 

 

 

…nella meditazione ripetuta tenne vive le forze…

 

 

meditazione – delle orecchie distese

 

Piove

dal cielo

grigio perla

la rete dei suoni

d'acqua

in cui s'impiglia

l'auto,

il treno,

l'aeroplano:

 

scivola via

lontana

qualunque voce

umana.

 


103

 

…e poi sognò di rituffarsi nel mare, in pieno autunno…

 

 

visualizzazione – la strada del mare

 

 

Soffia la tramontana

sulla città balorda

e scopre qualche stella.

 

Mi stringo nel giubbotto

e guardo in cima al cielo.

 

E disegno una strada

che mi porti lontano

dove la tramontana

disegna il mare.

 

 

…ma l'autunno gli insegnò ad accettare il tempo…

 

 

insegnamento – dell'autunno – l'accettazione del tempo

 

Non si può ritrovare una canzone

cantata sotto il sole

dell'estate ormai spenta,

parole nuove e nuovo tempo

ne rimane:

autunno

addormenta piano il desiderio

del mare blu di nostra giovinezza,

ma mille primavere percorrono le voci

dei bambini del mondo:

caldo nel cuore promettono l'inverno.

E poi lasciarsi addormentare.

 

 


106

 

Il vecchio saggio glielo aveva detto:

‘'Il tempo ci dà tutto prima o poi

e quando non è tutto è certamente molto,

però ci dà ogni cosa a tempo suo

e non segue le onde di ciò che noi vogliamo ogni momento.

Se saprai riconoscere il tuo tempo, non perderai il tuo tempo.”

Durante il viaggio, continuamente, stava imparando il mestiere di vivere:

era giunto il momento di comprendere l'andamento del tempo.

L'esercizio di riconoscere il tempo e rispettarlo,

di non correre avanti e non restare indietro,

di salire con lui sul suo cammello e farsi trasportare con pazienza e umiltà

per quel tratto terreno che gli era destinato dentro all'eternità,

significava valorizzare il momento presente.

Le sirene sognanti del passato

e le sibille multimediali che vendono illusioni di futuro

gli avevano rubato il suo presente continuamente

e la catena dei giorni non vissuti aveva imprigionato la sua vita.

Tutto il tempo che non aveva vissuto veramente quando era presente,

era diventato un malinconico passato

e lui, cantando le canzoni sconsolate del tempo andato,

aveva perduto altro presente.

Così il futuro anelato tra le stelle delle sue illusioni,

quando era diventato il suo presente

non gli aveva portato quasi niente di tutto quello che aveva sognato

e lui, con gli occhi sempre in cielo a cercar tra le nuvole

e con le ali ai piedi della propria celeste fantasia,

non si era accorto di perdere ogni giorno il bene materiale della vita.

In questo vorticoso buco nero si era perduto gran parte del suo tempo.

Durante il viaggio, finalmente, stava imparando

che l'unico futuro che poteva davvero realizzare

era quello che avrebbe costruito coltivando il presente reale,

come una formica nel formicaio oscuro dei suoi giorni…

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


112

 

 

 

 

 

L'ADDIO ALLE FAVOLE

 

 

 

 

 

 

 

 


114

…si rafforzò nella capacità di vivere il presente…

 

 

insegnamento – di Stromboli – il qui ed ora

 

D'improvviso

la bocca del vulcano

spazza le fantasie

dalla mia mente:

è la voce immanente

della realtà

presente

qui

ed ora.

 

 

 

…ed ebbe una visione più lucida di sé…

 

 

visualizzazione – la fine del tempo futuro

 

Se ne vanno in un canto

tutte le illusioni di sé,

il futuro non è più dato:

l'orologio del tempo è scarico.

Ognuno è quello che è:

figuriamoci!

 

 

 


115

 

 

Viveva con un mondo in testa fatto d'immagini:

sogni di trionfi covati in fondo al cuore,

illusioni figlie di delusioni,

ideali nati dalle ceneri di sentimenti calpestati.

Così il passato, mascherato da futuro, lo teneva legato ad un copione:

la rappresentazione di un suo io ideale.

Sulla ribalta dei suoi primi anni aveva lavorato sodo,

senza stancarsi mai delle estenuanti prove

per migliorare la propria parte e piacere di più.

Era iniziata presto la costruzione del suo io ideale,

basata sul programma di piacere ai propri genitori:

come Narciso si era specchiato nella fontana dell'amore sublime

e per il grande bisogno d'amore si era innamorato

delle immagini che piacevano a loro.

Il suo io gli era sembrato più grande

perché apprezzato dai grandi genitori,

ma era solamente un io gonfiato,

destinato a sgonfiarsi sotto la pressione della vita.

Si era abituato a vivere come la copia di un quadro di un grande autore,

sempre in esposizione e sempre falso,

e aveva rinunciato alla propria autenticità.

Valeva ormai la pena di salutare per sempre l'io ideale

e scendere dalle bianche lune dell'infanzia,

per cominciare a vivere con la testa nel mondo.

 

 


132

 

…e dentro alla vacanza ritrovava la vita…

 

 

insegnamento del gabbiano – contentarsi della vita

 

Picchiano di mazzetta i muratori

a far tracce sul muro di un vicino.

Il cielo è scuro e quasi grigio il mare.

E' cominciata così questa giornata.

 

Sulla roccia

nera

e frastagliata

si accomoda

un gabbiano:

mi ritrovo

con lui.

 

A volte

ci basta

anche

soltanto

essere vivi.

 

 


133

 

Così il poeta si ritrovò con i piedi per terra:

era la fine della favola bella

che aveva custodito per tanto tempo in cuore,

dell'incantesimo fatato che aveva fatto lui,

era come la fine di un amore…

 

 

meditazione – dei piedi per terra

 

 

Me ne sto qui a godermi nel sole

questa profonda tristezza

del giallo bruciato dei fiori

e delle secche erbe,

ei voli bianchi e freschi di farfalle,

dei cori arroventati di cicale,

dei gorgoglianti calabroni neri

che si chiudon nel cuore delle canne,

delle forme straziate dei fichidindia,

del peso delle vecchie agavi stanche.

 

Anche questa giornata lentamente si srotola

dentro ai miei occhi: il vecchio e il nuovo abbracciati.

 

Entra una barca a vela nel mare addormentato

e carovane lunghe e rade di navi

e in terra di formiche,

passeri corvi mosche ed aeroplani

nell'aria azzurra sopra l'orizzonte

e una fragile nuvola che ruba qualche sogno

e qualche rigo subito cancellato

nel profumo presente e vivo:

il geranio selvatico.

 

Ritrovarsi per terra a quarant'anni

dopo avere vissuto il paradiso

dei sogni senza fine.

 


139

 

Il viaggio era finito, il poeta aveva imparato

l'amore ed era tornato con i piedi per terra,

i sogni erano lì nel cassetto, scritti su fogli di carta,

in quel rituale magico rubato alla vita

che ha nome poesia…

 

 

insegnamento – della poesia – i sogni di carta

 

 

O come dolce

era

e vera

la poesia

scritta d'un fiato.

 

Il tempo è già passato

e ne rimane

un foglio

col mio sogno.

 

 


 

 

 

 

 


142

 

I MAESTRI DEL VIAGGIO

 

 

i maestri della poesia

 

Giacomo Leopardi, Giovanni Pascoli, Guido Gozzano, Giuseppe Ungaretti e molti altri poeti;

 

i maestri della psicologia

 

Alexander Lowen, Wilhelm Reich, Sigmund Freud, Carl Rogers, Eric Berne, Fritz Perls, David Cooper, Ronald Laing, Carl Gustav Jung, Ulrich Neisser, George Ivanovic Gurdjieff, Paul Wlatzlawick, Sheldon Kopp, Robert Stoller e molti altri autori;

 

i maestri della psicoterapia

 

Alberto Torre, Gabriella Buti Zaccagnini, Aristide Iniotakis, Jules Grossman, Teddi Grossman, David Boadella, Jim Miller, Bill White, Eleanor Greenlee, Michael Conant, Eliana Lanzarotti Gobbi, Giorgio Salmoni, Tiziana De Rovere, Mary Denaro, Luisa Parmeggiani, Maria Luisa Aversa, gli insegnanti e i colleghi della Società Italiana di Analisi Bioenergetica e molti altri terapeuti;

 

i maestri della vita

 

Carla Jacobi Torta, Anna Mandelli, Anna Alderuccio, Marisa Pedersoli, Gianna Porciani, Karin Tintemann, Eva Maria Stark, Antonia Spagnolli, Manuela Bacci, Anna Alice e Carlina Torta, Franca Morone, Caterina Raia, Ida Farè, Franca Teglia, Enza e Vitti Sicuri, Cristina Formaggia, Luisa Rossi, Rossella Marzari, Marisa Fiumanò, Annalisa Deidda, Barbara Rigamonti, Susanna Ligabue, Maria Balzola, Emilia Ugolotti, Luciana Cuomo, Gabriella Cotti, Paola Santagostino, Jutta Riemenshneider, Elena Bioni, Melina Mulas, Angela Finocchiaro, Daniela Tracuzzi, Giordana Camus, Maria Consagra, Claudia Ferrandes, Donatella Albonico, le mie allieve e molte altre donne;

 

Piero Torta, Jacopo Rossetto, Riccardo Orlando, Lorenzo Torta, Mauro Carito, Marcello Sinicorni, Lello Morella, Guido Longoni, Massimo Rondinelli, Bruno Mari, Roberto Mari, Roberto Biasioli, Massimo Basili, Sergio Urbisci, Klaus Moller, Andrea Bisi, Gianfranco Goeta, Sandro Cappelletto, Klaus Schmid, Diego Rossetti, Gianfranco Pozzi, Sergio Sacchi, Guido Hugony, Pier Giuseppe Deidda, il professor Zardini, i miei allievi e molti altri uomini;

 

Jacopo Tintemann, Carlotta Ferrari Trecate, Valeria Ricci, Giulietta Carito, Martino Rossetti, Benedetta Bioni, Gianluca Giuffrè, Manuela Lo Schiavo e tanti altri bambini;

 

la gente di Ginostra, di Stromboli e di molti altri luoghi.

 


143

 

IL BAGAGLIO DEL VIAGGIO

 

 

 


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INDICE

 

 


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INDICE DEI COLLEGAMENTI CON

‘' L'ISOLA FELICE - VIAGGIO ALLA RICERCA DELL'AMORE PERDUTO''

 

schema della corrispondenza delle pagine:

‘'La ricerca del proprio amore'' = RPA ‘'L'isola felice'' = IF