Da molto tempo (da quando lei era morta in quel modo atroce) i miei miti naturalistici erano entrati in crisi.
 Nell’uomo non vedevo più il figlio degenere e perverso di una Natura buona e Provvida (moderna versione del vecchio e barbuto Buon Dio) ma una sventurata e gloriosa scimmia del laboratorio cosmico che, se era spesso impazzita per le tremende tensioni della sua condizione esistenziale, era anche riuscita ad esplorare l’universo coi suoi occhi di pulce e a inventarsi sogni d’amore, di armonia, di libertà, di giustizia, di felicità sconfinata da contrapporre alla giungla spietata eripetitiva della Natura.
Una mattina, sul muro di una quieta stradetta romana dietro l’angolo di casa mia, mi apparve all’improvviso, gigantesco, il messaggio di uno studente alla sua ragazza: “Scimmietta, ti amo!”
E subito sentii che quelle parole erano anche la mia nuova, definitiva dichiarazione d’amore all’essere umano.
 
Con queste parole Luigi De Marchi introduce il suo libro del 1984, “Scimmietta ti amo” Edizioni Longanesi, Milano, riedito nel 2002 con diverso titolo (Lo shock primario. Le radici del fanatismo da Neanderthal alle Torri Gemelle, RAI-ERI)
 
 
Ricordo quel 20 dicembre dell’86, quando Gigi dopo una delle sue lezioni ce lo presentò…mi era sempre piaciuto il suo stile e in quelle parole lo ritrovai pienamente…
Mi piaceva il suo modo di raccontare “in prima persona” con il piglio della testimonianza passionale…
E la sua passionalità appunto, viscerale e autentica, che metteva in vetrina apertamente le proprie idee ed emozioni, senza pudori di maniera ed intellettualismi variegati…
E per questa via la sua poesia, che palpitava qua e là nella pagina o nella “stanza” delle sue parole…
E sempre il suo rigore intellettuale: di chi vuole capire e farsi capire senza ombre…senza giochetti di prestigio analogici e verbosi, utili a chi vuole prima di tutto sottomettere il lettore-uditore…
E sì…perché anche qui stava il suo umanesimo…la sua rivolta contro il Potere: che l’uomo potesse ritornare alla pienezza e all’autenticità della sua energia…
E allora ecco l’animo libertario ed anticonformista, abbracciato ad un materialismo razionale, non razionalista, un occhio attento e vigile, continuamente aperto ad esplorare oltre gli schemi convenzionali…
 
Ho pensato quella volta: ma cos’è questa una poesia o cosa?…e questo andare a capo così strano, fuori da ogni disciplina che si appelli alla sottolineatura di significato o di sonorità?…eppure così curata…per fare una cosa fatta bene…io non credo ad esempio…mi dicevo…che in quella scritta “Scimmietta, ti amo!” lo studente romano ci ha messo quella virgola sul muro…questa sarà farina del sacco di Gigi…come il coraggio di pubblicare un libro con un titolo così…di questi tempi ampollosi e manieristi… Che solista!
E quegli occhi di pulce…avranno certo visto cose grandi…non vedo l’ora di leggere questo atto d’amore per la scimmia umana trafitta dall’angoscia della morte…
 
Ed oggi che è arrivata la sua morte…la morte della scimmia Gigi…per chi ha voglia di capire quello che ci succede nel profondo…e che si è svolto nel profondo della nostra storia di scimmie planetarie…posso testimoniare che ho trovato nel libro cose grandi…come grande è il tema che lo anima: lo shock primario che l’angoscia della morte ha prodotto, secondo De Marchi, sul sistema psicosomatico di noi umani…
Forse potrà capitare di trovare cose datate, o anche cose sulle quali non essere d’accordo, magari anche pagine che possono sembrare di minore interesse...come di fatto è capitato a me…
Ma certo sarà possibile incontrare un guerriero pieno di forza, amore e intelligenza, che combatte con coraggio e generosità…per comprendere il mistero della morte…e per farsi comprendere su quello che ha cercato di capire.
Un pioniere che, come ha saputo portare per primo in Italia la voce di W. Reich, così per primo, ritengo, ha rimesso con i piedi per terra il tema della morte, riportandolo giù dagli spazi sublimi e ultraterreni…per cercare di capire quali sistemi difensivi sul piano psicosomatico e culturale l’essere umano abbia prodotto, di fronte all’angoscia della morte.
Questo a mio parere è stato un grande contributo per noi che ogni giorno lavoriamo nel campo della psicoterapia e della ricerca per la vita.
 
Grazie Gigi…

                                                     Freddy Torta

 

Ritengo utile per i più giovani riportare le parole con cui egli viene presentato su Wikipedia, e una bibliografia essenziale:
Luigi De Marchi (Brescia, 17 luglio 1927Roma, 24 luglio 2010) è stato psicologo e saggista.
Psicoterapeuta, umanista, autore di scritti stimolanti e controversi, sempre lontano dall'ortodossia in qualsiasi campo si muovesse, si definiva Solista ed amava stare fuori dall'Accademia.
Importante attivista per il riconoscimento dei diritti alla contraccezione, al divorzio, all’interruzione di gravidanza e all’eutanasia, ha fondato il CISA (Centro Informazioni Sterilizzazione Aborto) che negli anni '70 anticipò la legge sull'aborto in Italia, e l’AIED (Associazione Italiana per l’Educazione Demografica). Ha costantemente sostenuto, spesso nell'indifferenza generale, l'importanza del problema della abnorme crescita demografica e dei problemi economici, ecologici, sociali e psicologici ad essa connessi. Ha tenuto dal 2002 al 2008 la rubrica settimanale "Controluce" su Radio Radicale in cui con passione, ironia e rigore, ha comunicato tensione e attenzione su temi che venivano altrove trattati con sciatto conformismo: il sesso e l'amore, la procreazione e la contraccezione, le malattie e la morte, il lavoro e le rendite, la libertà e l'autoritarismo.
principali scritti:
Sesso e civiltà, Laterza (1960)
Sociologia del sesso, Laterza (1963)
Repressione sessuale e oppressione sociale, SugarCo (1964)
Wilhelm Reich – Biografia di un’idea, SugarCo (1970)
Psicopolitica, SugarCo (1975)

Scimmietta ti amo, Longanesi (1984)